mercoledì 19 settembre 2012

Aste frequenze tv congelate: scontro con le telco per LTE?



Differenze fra infrastruttura 3G e 4G
Il Governo Monti sta cercando di convincere le emittenti locali ad abbandonare le frequenze oggetto dell'asta DTT. È un problema anche per l'LTE poiché nella frequenza degli 800 MHz vi sono canali occupati in alcune regioni.

L'asta per assegnare le frequenze televisive è attualmente congelata perché alcune emittenti locali presidiano ancora saldamente l'etere. Il Ministero dello Sviluppo economico ha ammesso che una parte del pacchetto è ancora nelle mani dei vecchi "proprietari".
Il problema è complesso e come hanno svelato alcune interrogazioni parlamentari si deve probabilmente all'operato poco lungimirante del vecchio board AGCOM - che avrebbe dovuto aiutare i Governi nelle scelte. In ogni caso il tema più caldo oggi è quello delle frequenze in mano alle emittenti locali: alcune non hanno ancora mollato l'osso e quindi si rischiano l'esproprio o una trattativa snervante.

Oltre a questo si aggiunge il fatto che alcune piccole emittenti occupano le frequenze sulla base di assegnazioni transitorie AGCOM. Poi ci sono quelle di Campania e Lazio che hanno vinto una causa al TAR che il ministero ha impugnato davanti al Consiglio di Stato. E infine la Rai che in Friuli ed Emilia gode del canale 21 "al fine di tutelare gli utenti di quelle zone".
Un caos che rischia di ritardare anche l'implementazione dei servizi LTE. Bisogna ricordare infatti che nel 2011 Telecom Italia, Vodafone e Wind si sono aggiudicate rispettivamente 2 lotti delle preziose frequenze a 800 MHz per il lancio della 4G. Le emittenti che le occupano con i rispettivi canali sembrano non essere intenzionate ad accettare il riscatto proposto dal Governo Monti, ovvero 174,6 milioni di euro.

Ecco quindi la decisione in extremis di scambiare i canali di pregio dal 61 al 69 con altri meno efficienti. Le piccole TV saranno costrette ad accettare; in caso contrario saranno carte bollate. E nella peggiore delle ipotesi espropri esecutivi. D'altronde Telecom Italia, Vodafone e Wind hanno sborsato quasi 3 miliardi di euro per quelle frequenze. E detta tutta gli italiani sopravvivranno alla scomparsa di qualche canale di pessimo gusto.

tomshw.it

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